Le storie soffrono
ad essere scritte,
come neonati
ignorano la vita,
dormono nel grembo
della pavida mente.
Racconta una storia
la penombra delle labbra,
se suggono dal seno
il latte dei ricordi,
e s’ode uno strillo
che strizza la gola
a contare le note stonate.
Soffrivo di nostalgia
a puntare il dito
contro i passi della morte,
uomini e donne fieri,
bimbi nati e rifiutati,
ombre sui passi di polvere.
Le storie si affannano
a cantare e contare
nei mesi, nei giorni,
come voci sazie del tempo.
I ricordi sono sassi nella via.
Commenti
Un caro saluto!
Aurelio
Complimenti sinceri, una poesia davvero eccellente!
Ciao...^.^