Se chiudo gli occhi per guardare altro
che non sia il grigio che m’invade,
io corro il rischio d’essere un vigliacco
non di fronte agli altri ma al mio cospetto.
Se invento un facile pretesto
per ritenermi soddisfatto,
allora inciampo, barcollo e casco
perché non posso ritenermi assolto.
Semino dunque male nel mio campo
se, al raccolto, nemmeno mi sorprendo
quando, nel mio vuotare il sacco,
vedo, prendo e pesto la mia rabbia…
Ho da rimproverarmi poco
se, alla fine, ciò che faccio
è solo acerbo frutto
di cieli vuoti che ho nel cuore.
No! Non chiedo tanto!
Qualche sprazzo di felicità io bramo.
Voi, uomini fortunati che vi chiamano felici,
voi potete privarvene di un grammo?
Non lo domando per averlo io quel grammo!
Per essere felice
io non sarei capace di rubarvi il mezzo.
Ma voi potete farne a meno?
Io ne son capace
ma vi confesso che quando posso
mi precipito in un angolo
a guardare il sorriso di un bambino
o la serenità di un moribondo
per avere tra le mani
lo sprazzo di felicità che sempre cerco.
Commenti
Bella poesia. Ciao...^.^