L’aranceto fra le valli
fu trapunta d’una nevicata di luce,
punteggiatura d’una sera di febbraio,
favo invernale d’una capigliatura solare.
Le sue foglie parevan cristalli di vetro,
socchiusi coriandoli di labbra di linfa laccati,
fermagli d’alfabeti di pioggia argentati.
Oltre il fumo dei comignoli inerpicati sui tetti
giacevano dolcemente al suolo come piume,
confetture albumate di zagare accartocciate,
corteggiamento d’incanto orizzontale di scie di cometa.
Clessidre di soffici nuvole cotonavano l’orizzonte,
parevan intriganti scarpate d’un fazzoletto di cielo,
l’aranceto fra le valli fu favilla d’oceano lunare,
acquitrino d’ombre magmatiche sui muri adagiate.
fu trapunta d’una nevicata di luce,
punteggiatura d’una sera di febbraio,
favo invernale d’una capigliatura solare.
Le sue foglie parevan cristalli di vetro,
socchiusi coriandoli di labbra di linfa laccati,
fermagli d’alfabeti di pioggia argentati.
Oltre il fumo dei comignoli inerpicati sui tetti
giacevano dolcemente al suolo come piume,
confetture albumate di zagare accartocciate,
corteggiamento d’incanto orizzontale di scie di cometa.
Clessidre di soffici nuvole cotonavano l’orizzonte,
parevan intriganti scarpate d’un fazzoletto di cielo,
l’aranceto fra le valli fu favilla d’oceano lunare,
acquitrino d’ombre magmatiche sui muri adagiate.
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