Nel sigillo del tempo
rallentano memorie,
non seguono più
correnti del pensiero.
A intermittenza s’accendono
e all’imbrunire s’arrendono
nell’opacità d’uno specchio riflesso
nella fossa d’un grigio cemento.
Stenti e solitudine presenti
a lacrimare iridi assenti.
Sono volti scavati,
solchi profondi e scuri ,
sanno di rame invecchiato,
han perduto l’originario splendore
di quando al desco tutti
s’abbuffavano
e col prosit brindavano.
Il passato è andato,
dimenticato dal presente.
Ora passato e presente
vorrebbero amore,
quell’amore
che non andranno a caritare.