Lacrime armoniose in un crescendo d’orchestra,
solcano il viso, e corrono
in tutta la sua lunghezza, poi preferiscono scendere sino al cuore offrendo
un senso di benessere, chiedendo immediatamente,
perdono per essersi permesse di inoltrarsi
oltre i confini che segnano il tempo!!
Poi scivolano a firmare le pratiche
con fresca rugiada di vitale importanza,
le lacrime profumano di tigli,
e danzano veloci e beate come canarini,
soltanto di notte ritornano serene
fra i sogni ancora bagnati di pioggia,
felici di aver offerto benessere fisico,
per la loro amorevole disposizione d’animo!!
Scintille...
Clamori di feste perdute,
spasmi di luci dentro al camino,
gioia che s'apre negli occhi
di chi ama.
Scintille...
cascano come stelle
nei fuochi d'artificio
e illuminano il cielo scuro.
Scintille...sono progetti d'idee,
sono curve di bene,
sono luce sul mare che lento
s'addormenta nella notte.
Scintille...
portano anche paura di fuoco e dolore,
ma vibrano nell'aria
come ali,
e dopo l'attimo che le spegne,
rimane il vuoto che hanno lasciato.
Fulgore e fervori,
trascinano e l'anima vive.
Tra aromi di lentisco
alto si leva nel colle
il suo profumo.
Risveglia usanze
e antichi sapori
perduti nel tempo.
Impasti e passioni
nel lento divenire
d’amore lievitanti
Sfizioso pane infornato
con premurosa maestria
croccante e colorato,
pronto…
Per essere assaporato.
Pane fatto in casa,
un rito sacro
d’amore e mistero,
Benedetto dal Signore.
Genoveffa Frau
scritta il 02/01/2015
Nel silenzio di quelle cose
non comunicate c'è l'alchimia
che condensa versi e concetti
in modo del tutto naturale:
che sembra Natura
la medesima migliore Poetessa.
Il sole che avanza
nel cielo è la migliore fierezza
ed il tempo che lascia
decomporre il rovere nutrimento
per la terra in modo fedel
Sembra la natura come governata
da un imago
che conosce la biologia
e lascia all'uomo dipingere il verbo
arcano di quella mitologia natura
che si rianima
e permea tutto in primavera
dopo essersi riposata
sotto la neve d'inverno.
Ed anch'io riposo, quando
sono stanco; ed anch'io ho
le mie primavere
in cui poesia acclama.
Si veste briosa l'alba ad est
e il tuo cuore di speranze.
Ad ovest tra profumi d'elicriso
scultoree bizzarrie ti osservano.
Porfide e frastagliate rocce
guardiane di tramonti ammalianti
sfiorano dorate spiagge e scogliere
nell'abbraccio d'un mare turchese.
Avverti il fresco calore dell'abbraccio
condividendolo con chi hai accanto.
Sibilano e sussurrano faune di pietra
dalla natura e dal tempo scolpite
col manto della notte non tacciono
inviano messaggi a chi sa ascoltare.
Adori l'armonia dei granitici sussurri
e nell'ansia dell'attesa labbra protendi.
Come un campo in movenze di vento
poseidonie oceaniche in perenne danza
tra melodie d'organo e pareti di basalto
fanno da cornice alla valle della luna.
Quella stessa luna nelle notti
illumina effusioni degli amanti,
ammaliati dai luoghi e dai canti.
V'è un luogo a me caro,
la mia terra,
là vorrei riposare.
del principe degli tzigani
mi accolgono qui
in questa scatola di piazza
tra ombrelloni spiegati al vento
tra tele dove l'ultimo tocco
si posa, dove il colore cerca colore
dove il mio viso vorrebbe fermarsi.
Un cavallo dadà, ultima scoperta
sulle scale di una vecchia cantina.
In un brusio dorato di sole
a Montmatre ero, quella mattina.
bambine donne
che ve ne farete del sottile filo che vi lega al dito della vita?
Ne farete un anello da portare al prossimo sposo
oppure, andando a ritroso, troverete infine pace e quiete?
Ne conoscete voi, di cantilene e meraviglie
avete come me il terrore sacro della lavastoviglie
oppure volate in alto come gabbiani allucinati?
Quanti figli mai nati ci portiamo dentro
e tutti i tremori dell'Universo!...
E non è mai tempo perso quello che passiamo a ridere
di noi, delle nostre finte debolezze
e non son baci né languide carezze quelli che ci danno vita
ma solo la certezza che la vita da qui è passata
ed è...fuggita.
Di questo mese
prepotente è la luce
che al mattino filtra tra le persiane e
come dei pendolari frettolosi
voli minuti echeggiano ronzii ,
gorgheggi, trilli e cinguettii,
suoni taglienti e penetranti
che l’abbaio dei cani in lontananza han smesso
confusi anche essi
dalle tante piroette nel cielo .
Da qui in poi
un crescendo di vocalizzi
pittureranno le vallati
a filo d’acqua pizzicheranno i fiumi
a grappoli rivestiranno le grondaie
saranno intimi sui rami
incisivi sulle rocce
artigiani alle cortecce soprattutto
assertivi con rispetto e fratellanza .
( Respiriamo l’aria , è la Primavera ) M. Rei
Benvenuto Aprile !
Lieve e sottile,
questo vento
né freddo
né caldo.
Son timide le margherite
e par che brina copra
nel mentre che il sole veglia.
Suoni e colori cambiano
e le vite cercano la loro vita
e nel crogiolarsi degli elementi
i passi lascian rosse scarpe
per cingere magnifiche ali.
Saranno così nel ricordo di questa primavera
mille stagioni vissute
e storie raccontate
fino al crepuscolo della sera
che tutti abbraccerà nel suo mantello.
Nel cuore armonie sento
arrivare come suono del vento
viene da molto lontano
un suono dolce che sale
par dica : amore ti amo.
Amore, quel sentimento
che tanto hai vissuto dentro
custodiscilo come tesoro
vedrai, troverai ristoro,
sussurri: tieni duro tesoro.
Intanto osservo lo stagno
il cigno nuota felice
a seguito con la sua prole
par gli insegni la via.
Allor penso ai miei figli
necessita ancor che li guidi
nel loro lungo percorso
scuoto la tristezza di dosso
come piuma nel vento volo.
Volo dai miei fanciulli
agogno stiano tranquilli
le armonie le serbo nel petto
sarà il nostro pensiero segreto.
Genoveffa Frau
Scritta il 13/09/2014
in un meriggio offeso dalla bruma
col mare a pochi metri che esitava
a farmi un cenno di saluto atteso.
Non c’era d’orizzonte alcuna traccia.
Nel grembo di quel cielo deformato
dovevo immaginar la linea astrusa
per esser certo almen di un’illusione.
Poi, quasi per prodigio inaspettato,
la calma dentro e fuori fu più densa
e mi permise introspezione cheta
nel volger del mio sguardo a riva e all’onda.
Ripristinata attorno l’armonia,
un sole stanco di non primeggiare
aveva ritrosia e s’attardava
nel prepararsi al rito del tramonto.
Esplose la bellezza nel mio cielo
unito al mare e pur da lui diviso
con una retta linea finalmente
ignara forse del mio gran stupore.
M’apparve in quel meriggio una gran scia,
sull’acqua vidi d’una luce un fascio
con dentro inciso un bel sorriso eterno.
Avrei voluto scrivere di Dio …
qualcosa rimane
dell’ultima marea;
un passaggio
una conchiglia
un debole ricordo
un sibilo di luce
un riflesso di vento
un ramo spoglio
qualche orma dimenticata
due monetine
una sigaretta mai accesa…
Di quel tempo solo il Mare
porterà memoria
di marea in marea
un tramonto dopo l’altro
tra la schiuma
e mille piccole onde;
in un caleidoscopio d’infinito
riflesso nei tuoi occhi.
Vola, vola capinera
son qui aspettando sera
vola, vola, va’ a cercare
l’amore che non può tornare.
Va’… posati a lui vicino
scuoti lieve il tuo capino
sussurragli che l’amo
dolcemente…piano… piano.
Genoveffa Frau
Scritta il 12/11/2014
Nelle notti senza luna
mi assale la tristezza
volgendo lo sguardo al cielo.
Stelle spente come il mio cuore
cadono giù come pezzi di ghiaccio,
frantumandosi come bottiglie di vetro.
Non posso ricomporle e mi commuovo,
in fondo, volevano solo vivere e amare
rivestendo il cielo come un prato di fiori,
catturare i raggi di luna tra gli stami
alimentando i petali per accendere la notte.
Piange una stellina superstite, sola e smarrita,
vorrebbe ritrovare un ultimo bacio mai dato
prima di spegnersi vagando nell'universo.
Le sorrido, chiedendole di desistere.
E' solo un sogno, non le appartiene,
fuggirà prima che giunga l'alba.