Fu relativamente scioccante.
Ad un certo punto mi scuotesti la spalla,
mi proponesti di guardare quel filmino insieme.
E lo facemmo. E le immagini ci presero.
E poi la mia mano ti grattava la pancia; più giù;
verso quei primi peletti più corti e pungenti.
Te li grattavo con le mie unghie mangiate, delicatamente.
Poi un po' più giù, un po' più energicamente,
dove i peli si facevano più lunghi.
Poi, con l'indice, iniziai ad accarezzarti piano
la gommosa fessura, lì un poco inumidita.
Lo feci poi con tutta la porzione fra l'indice ed il pollice.
Respiravi corto e ritmato.
Apristi le gambe così come si aprono le pupille di un cadavere;
iniziasti a rilassare ogni singolo muscolo.
Dalla tua bocca socchiusa usciva qualche lento spiffero caldo,
le palpebre battevano velocemente.
E poi la tua mano sulla mia patta,
ci voleva un gesto più che casuale per aprirla.
Da lì in poi sul radar nessuna traccia d'amore.
A quei gridolini dolorosi aspettavo che pisciassi sangue,
per prenderne una manciata e spalmartela sulla faccia.
Per poi baciarti con violenta tenerezza, sullo sporco del pavimento.
Ti avrei detto: "L'hai voluto tu".
E avresti pianto, il piacere fa questo.
Saresti rimasta disarmata in un nauseante tremito.
Avresti fissato il vuoto, da lì in poi e per sempre.
Ad un certo punto mi scuotesti la spalla,
mi proponesti di guardare quel filmino insieme.
E lo facemmo. E le immagini ci presero.
E poi la mia mano ti grattava la pancia; più giù;
verso quei primi peletti più corti e pungenti.
Te li grattavo con le mie unghie mangiate, delicatamente.
Poi un po' più giù, un po' più energicamente,
dove i peli si facevano più lunghi.
Poi, con l'indice, iniziai ad accarezzarti piano
la gommosa fessura, lì un poco inumidita.
Lo feci poi con tutta la porzione fra l'indice ed il pollice.
Respiravi corto e ritmato.
Apristi le gambe così come si aprono le pupille di un cadavere;
iniziasti a rilassare ogni singolo muscolo.
Dalla tua bocca socchiusa usciva qualche lento spiffero caldo,
le palpebre battevano velocemente.
E poi la tua mano sulla mia patta,
ci voleva un gesto più che casuale per aprirla.
Da lì in poi sul radar nessuna traccia d'amore.
A quei gridolini dolorosi aspettavo che pisciassi sangue,
per prenderne una manciata e spalmartela sulla faccia.
Per poi baciarti con violenta tenerezza, sullo sporco del pavimento.
Ti avrei detto: "L'hai voluto tu".
E avresti pianto, il piacere fa questo.
Saresti rimasta disarmata in un nauseante tremito.
Avresti fissato il vuoto, da lì in poi e per sempre.
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