Quando ho lasciato il mio Paese, vent’anni fa, il dolore era così forte che non riuscivo neppure  a piangere.
Un Stato povero, ma dignitoso. Se non avessi avuto figli sarei rimasta, ma io e mio marito a loro volevamo offrire la possibilità di una vita migliore.
In auto, con i nostri pochi bagagli, io e mio marito facevamo programmi sulla nuova vita in Italia, sul suo nuovo lavoro . Un nostro lontano parente aveva offerto un’occupazione  come camionista a mio marito e l’appartamento ammobiliato  che avremmo abitato era di una sua amica.
Dal finestrino dell’auto guardavo gli alberi del mio Paese, le case del mio Paese e come presa da uno strano rimorso ho iniziato a parlare anche con Lui: “ Ti lascio, ma non mi dimenticherò di te … lo faccio per i miei figli. Appena potrò tornerò da te dove ho passato parte della mia vita, una vita dura, ma semplice e piena di affetti  ”.  Il dolore è come se si fosse sciolto e non ho più potuto trattenere le lacrime. Lacrime che ho nascosto alla mia famiglia , mi sono girata verso il finestrino e ho fatto finta di dormire.
Quando siamo arrivati alla casa che avremmo abitato era sera. Abbiamo messo a dormire i nostri due figli e con grande fatica abbiamo scaricato dall’auto le nostre cose. I mobili erano pochi e semplici, l’essenziale per vivere, la casa su due piani era lontana dal centro del piccolo paese.
Era settembre il clima era ancora piacevole. Ho potuto iscrivere i miei figli a scuola, ma proprio in quel frangente ho capito quanto sarebbe stata dura per me. Non conoscendo la lingua, sola nell’ufficio della scuola avrei voluto sparire e riapparire nel mio paese, nella mia vecchia e povera scuola.
Le nostre possibilità economiche non ci permettevano di avere il  telefono e la  televisione, non avevo la patente, neppure una bicicletta.
Quando i bambini erano a scuola e mio marito era al lavoro,  mi sentivo come una formica in un deserto. Sola, senza la possibilità di comunicare, niente televisione, la casa era isolata e lontana dal centro del paese.
Pensavo al mio Stato dove la vita era dura ,ma mi dava la possibilità di  avere una parola di affetto, uno sguardo sincero. In Italia avevamo il lavoro,ma ero sola, era una solitudine che andava oltre la solitudine. Non avevo appetito e mangiavo pochissimo.
Mio marito per agevolarmi negli spostamenti mi ha regalato una bicicletta.
Un pomeriggio ero sulla mia amata bicicletta stavo facendo una salita, ad un tratto le forze mi hanno abbandonata e sono svenuta davanti ad una pizzeria. Tutto si è risolto in breve tempo, ma per i proprietari del locale io sono ancora  la signora che è svenuta in bicicletta.
Questo episodio non l’ho mai raccontato a casa, ma mi sono sforzata di mangiare un po’ di più.
Quando mio marito tornava dai viaggi che duravano anche una settimana,  riprendevo un po’ di energie.  La tristezza che mi torturava durante la sua assenza momentaneamente mi abbandonava.
La notte mi scioglievo nel suo caldo abbraccio e solo in quel momento sentivo che ce l’avrei potuta fare. Il suo amore era come carburante per me.
Con i miei figli che stavano imparando molto in fretta la lingua italiana mi sforzavo di essere sempre serena e positiva.
Era l’ estate successiva al nostro arrivo, ero in giardino e stavo stendendo i panni. Un ragno di colore rosso mi ha morso ad una caviglia.
-Una stupidaggine- ho pensato. Dopo un quarto d’ora, la caviglia si è gonfiata. Quando il gonfiore si è esteso alla gamba ho iniziato a preoccuparmi.  -Come faccio senza auto, senza sapere la  lingua italiana- ho pensato.
Quando anche la gola ha iniziato a gonfiarsi mi sono fatta prendere dal panico. – Calma - mi sono detta. Senza telefono non avrei potuto chiamare i soccorsi. Ho scritto su un foglio il numero di telefono di mio marito che era al lavoro, sono andata dalla vicina di casa, ho fatto vedere la gamba e il numero così ho potuto telefonare a mio marito che fortunatamente era nell’ufficio dell’azienda in cui lavorava. Mio marito parlava abbastanza bene l’italiano, perché aveva già avuto esperienze lavorative in Italia. Ha potuto comunicare con il pronto soccorso e spiegare l’accaduto . Quando  l’ambulanza è arrivata  facevo fatica a respirare.
Mio padre diceva spesso che da una cosa negativa nasce sempre una cosa positiva.
Dopo quell’episodio mio marito ha fatto mettere il telefono.
Dopo pochi mesi è arrivata la televisione in bianco e nero. Con l’aiuto di mio marito, dei figli e anche della televisione ho imparato la lingua italiana.
Nei negozi  ho iniziato a chiedere se sapessero di qualcuno che aveva bisogno di una collaboratrice domestica.
Un pomeriggio, in paese,  mi avvicina una signora, mi ha colpito il suo sorriso : “ Ciao, ho saputo che cerchi lavoro, io ho un centro sportivo. Ho bisogno una collaboratrice per le pulizie del bar e dei tavolini .” Ho accettato con gioia anche perché il lavoro era estivo e i bambini potevano stare con me al centro sportivo.  Ho potuto socializzare e migliorare il mio italiano. Ora servo anche al bar e posso dire che il peggio è passato.
Sono sempre felice di tornare al mio Paese, di ritrovare le persone che amo e di rivedere la mia casa.
Con la signora che mi ha sorriso e proposto il mio primo lavoro in Italia ogni tanto vado in pizzeria. Una sera mentre ero con lei a cena le ho chiesto: “ Chissà se è possibile percepire il dolore di uno straniero che lascia la propria casa per cause di forze maggiori?”
“Così dovrebbe essere, ma spesso infieriamo su di loro con frasi poco felici. Le persone si spostano dove c’è il lavoro e spesso accettano le professioni  più umili o pesanti . La cultura ci potrebbe salvare da certi inutili pregiudizi”
E’ arrivato il cameriere: “Desiderate la macedonia?”
-Sì, io sono della Macedonia come fa a saperlo? – Ho detto.
La mia datrice di lavoro e amica mi ha sorriso come solo lei sa fare, mi ha preso la mano: “ E’ frutta tagliata a pezzi, ne vuoi?”
“Scusa , la prendo se la prendi tu …sono contenta di averti conosciuta …”
 
 

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Profilo Autore: Barbara  

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Commenti  

nabrunindu
+1 # nabrunindu 18-06-2013 17:13
dolcissimo racconto che fa meditare sulla integrazione fra popoli, mi è piaciuto molto, barbara. +5
Silvana Montarello
# Silvana Montarello 18-06-2013 21:27
STUPENDA E DIRE POCO BRAVISSIMA MI PIACE TANTISSIMO STELLE. :-)
Barbara
+1 # Barbara 23-06-2013 07:33
Grazie Nanni Grazie Silvana siete sempre gentilissimi.

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