Un rospo se ne stava, ’na matina,

appollaiato sopra ‘no scojo de ‘no stagno antico.

Pensava de cantà co ‘na vocina,

e non col gorgogliar di tono avito.

Puro provanno ancor e riprovanno

riusciva a riprodurre a malapena

un gracidar odioso con affanno

 all’intonar di simil cantilena.

Su di un rametto guardava un cardellino

li tentativi der rospo cantatore,

“Lassa perde” aggiunse er canterino,

“nun pe cantà t’ha fatto er Creatore.

Vedi, je disse, venendogli vicino,

ognuno è fatto pe quello che sa fare,

tu te ritrovi in questo acquitrino,

magna l’insetti e nun me imitare.

‘Nte crede d’essere un tenore

si ‘nchai la voce pe poter cantare,

magna l’insetti e fallo con fervore

fai quer che sai e più non scimmiottare.”

Ma er rospo sai che fece ? lo mangiò …

perché la voce sua potesse avere,

ma appena l’ucelletto trangugiò,

morì d’un ossicino nelle vie aeree.

E fu se stesso per la prima vorta,

un rospo repellente e ignavo

che pensanno de fare cosa accorta

cambiando voce fu di essa schiavo !


1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: Bronson  

Questo autore ha pubblicato 295 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.

Commenti  

nabrunindu
+1 # nabrunindu 15-10-2015 16:46
che bella, fortissima, morale? ognuno si accontenti del suo stato....

Collegati o registrati per lasciare un commento.

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.
Per maggiori informazioni sui cookie e per gestire le preferenze sui cookie (di prima e/o terza parte) si invitano gli utenti a visitare anche la piattaforma www.youronlinechoices.com. Si ricorda però che la disabilitazione dei cookie di navigazione o quelli funzionali può causare il malfunzionamento del Sito e/o limitare il servizio.