Tornare? A casa, anzi fuggire verso casa
a risentire i profumi e le cascate di sole
i venti caldi, le stelle antiche sul cruscotto
del cielo. E poi… guardo la tua foto e capisco tutto
è qui la mia casa, al numero civico del tuo cuore
gli occhi come fondamenta e come tetto
il respiro, poi gli alberi delle tue parole
i fiori dei versi e le gemme dei baci da matti.
E il sorriso come scudo, noi per anfratti
magari in cantine buie ad assaggiare fragole
e more e berci ogni sospiro, te l’ho già detto
che ora m’assomiglio e che il tuo afrore
lo sento dappertutto. Mi abiti e ti abito, è un fatto
siamo pareti mobili e anche se piovesse a dirotto
troveremmo il nostro riparo. Ci faremmo porto, canale
foce ed estuario, persino travi di ogni goccia sospesa.
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lasciarmi senza parole è piuttosto difficile ma io non riesco a trovarne nessuna da scrivere.
Semplicemente la respiro, la degusto senza retrogusto.
Facciata di un enorme palazzo, solida, salda, indistruttibile ma delicata, calda.
Incantata.
Carla