Apro gli occhi,
compagni del buio,
una distrazione
dal sonno
ormai svogliato
di sfocata cecità.
Un bisbiglio
di parole lo riconosco,
la voce ancora roca
tra le lame di luce
e le lente carezze
d’un preludio d’amore.
L’amore che cavalca
i minuti,
cambia il mio viso,
segue i lamenti
racchiusi in vasi canopi
e scivola con labbra lievi
sulla spalla che nuda s'arresta.
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