Nella notte più lunga
c'è un uomo che piange,
tra il sudore e la nebbia
con il fuoco e l'argilla.
L'odore di morte
si confonde nel campo.
Nella notte più lunga
l'uomo disse Dio mio!
Se davvero ci sei
manda via questo odore
che confonde i pensieri
di un uomo ormai morto.
Freddo pungente
vento che urla
la notte più lunga
dove l'ultima luna
accarezza quel viso.
Sorridi soldato
domani....
Sarai in paradiso.
Quando stanche le membra
obliano al tempo
e alla sua catena ,
in volo
l'animo s'alza
e con artigli di passero
spifferi di vento
accarezza ,
in su
fino alle stelle ,
e nel notturno eterno
coglie un pallido fiore
per la tomba
del suo corpo.
Arrivò tra il fruscio
degli ulivi in festa
il dolce vento
che soffiando sul tuo
labile lume ti condusse
per mano, alle porte
dell'ultimo sospiro.
Avvolta tra i ricordi
di chi tanto hai amato
sfuggi al tempo.
Mentre sulla mano tua
riluce il dolore
di un'ultima lacrima
dell'uomo che con un filo d'oro
ti legò al petto.
Custode tu per sempre
dell'unico suo amore.
Altro non resta
sul tuo volto
che un silente sorriso
mentre l'azzurro degli occhi tuoi,
lucente come il tuo nome,
ormai si spegne
e ci spinge inermi al doloroso
addio.
In quella chiesa
sulla collina
le vostre lacrime
scendono
lei è lì
distesa e senza vita.
Il dolore
vi sta spaccando
il cuore.
Era vostra madre
e vi supplica
di asciugare quelle lacrime
e domani vuole il sorriso
sulle vostre labbra.
Il dolore è forte
era la luce dei vostri occhi
la guida dei giorni.
Era vostra madre
e sarà al vostro fianco
asciugate le lacrime
è dentro il vostro cuore
e vi guiderà nel lungo viaggio
della vita!
A mia Madre
3 luglio
Mi ha colpito alle spalle, il 3 luglio
colmando il cuore di dolore,
di un pianto disperato, stretto sullo stomaco
e avvampa il Suo nome, fermo sulle labbra,
chiuso, in un silenzio di strana pace,
pace che, mi ha fatto indossare l'abito nero.
Conoscevo a memoria le sue mani
e ora, la sospiro, come quando bambino,
la sua premurosità cancellava i miei pianti,
nascosti dal buio e con serenità,
mi mostrava la strada da percorrere.
Non potrò più specchiarmi, nei Suoi occhi,
ha preso l'ultimo treno, senza valigie,
lasciando ricordi negli angoli della mente
è manca, mi manca la Sua voce
mentre la notte ritrovo il Suo volto,
dolce spina nel fianco.
Non vigilerò più
sui cadaveri
non infuocherò
ai divini ceri
non velerò la faccia
con le mani
non vestirò
ornamenti strani
ti fronteggerò
a muso aperto
reciterò unico nel deserto
fisserò senza affanno
il tuo volto
emigrerò l’esistenza
con serenità.
La mano è un pò tremante,
ma voglio scrivere per te!
La vita è stata amara,
dura per te!
Sofferente apparivi
ai nostri occhi
ma grande era
la tua voglia di vivere!
Nel tuo triste calvario
la luce sempre accesa!
Loro a te vicino
illuminavano il tuo cuore!
Instancambili per te
camminavano al tuo fianco
fino a quando ti sei spento,
con la gioia dentro al cuore
e una mano stretta a te!
Zio, ti saluto e lo so!
Tu felice, lì sarai
e nei nostri cuori resterai!
Non sono mai morto e mai morirò
Cambierò, questo sì.
I miei averi dateli in pasto all’oblio
E’ l’idea che rende l’uomo salvo!
Né demoni né angeli mi capiranno mai
Mi costruirò un nuovo mezzo
Dove innalzare la mia anima!
Ora conosco i metodi
l'orrore del'uomo non ha confini.
il suo rispetto per la vita e fine come un capello,
i suoi ideali,
pesano come macigni nel futuro della nostra esistenza,
il tempo delle parole non è mai finito,
il tempo di sperare e l'unica nostra speranza,
il tempo di odiare si deve fermare davanti alla morte
di chi non sapeva niente dello sconosciuto
che decise di trascinarlo con lui
nella morte.
Or la furia è rossa,
Nera è la visione.
L’ onta è grossa,
Forte è la tensione.
Stridon le mie ossa
Atte alla tenzone;
M’ avvio alla fossa
Colmo di passione:
L’ arma sua ostaggio
Stringe alla guerra.
Addosso a me ‘l sudario
Che più non puoto levar.
La roccia serrata, solitario
Col buio vado a giuocar.
Le piaghe e lo calvario
Sì più non ho da penar;
Ma or solo è primario
Di mille volti mi tingo nel mondo
e sfuggo fra tutti il mio vero pensiero
ti busso alla porta son tre i rintocchi
ed entro strisciando il il mio lungo mantello
tu giaci sul letto e aspetti paziente
ti busso alla porta son tre i rintocchi
ed entro strisciando il il mio lungo mantello
tu giaci sul letto e aspetti paziente