per ricordare che ancora
esistono le stelle
e da qualche parte il mare
profondo e verde
verde come i miei occhi
quand'erano vivi
verde come l' erba
del prato sotto casa
con tante margherite
tutte da sfogliare...
Ecco che si spegne
anche l'ultima luce,
si chiudono le imposte,
si serrano le porte.
Qui non ci abita più nessuno.
Non lo sapevi forse?
La signora Dora ha esalato
l'ultimo suo respiro.
Da non crederci proprio.
Che sol ieri la vidi
sulla loggia
a stendere il bucato.
Anche quest'uscio si chiude,
l'ennesimo del rione,
che si fa sempre più silenzioso
e desolato. Presto non ci abiterà
che qualche gatto randagio
e qualche spirito in pena.
La finestra della signora Dora
dirimpetto alla mia si trova.
Ora è sempre chiusa,
da essa non esce più l'odore
del caffè al mattino,
del ragù della domenica.
Ancor mi sembra di sentire
il suo televisore acceso
predicare il santo rosario o
il suo telefono squillare solerte.
Ma è solo un'impressione,
l'illusione dell'abitudine
che rende difficile
assimilare l'idea.
Poi ricordo il suo feretro
abbandonare l'adorata dimora...
La via si fa deserta e triste
e il paesino é sempre più vuoto,
un'altra casa si chiude in se stessa,
col suo carico di ricordi e di profumi,
che rimangono custoditi segreti
come in un prezioso scrigno.
spiegazione: il continuo de "Petali di sangue".
e il cessar d’ogni sensazione
quasi come un sonno nel quale
nulla, manco un sogno si vede
gran guadagno allora è la morte”. (1)
Tanti i filosofi, pochi i poeti,
e quei pochi sfiorarono appena
ciò ch’è “nox perpetua una dormienda”, (2)
ma poeta fu il regista di scena
di quel bel tenebroso personaggio
già testimone e forse già presago
di morte sopraggiunta per amore,
inquietante vicenda che ancor oggi
affascina chi ha vissuto quegli anni
di trasgressione e di disillusione,
chi ha conosciuto affini smarrimenti
nell’acre sapor di un nulla moderno
che si colma d’improvvisa passione
e si affolla di demoni e fantasmi
d’un mistero amoroso tormentoso. (3)
Vano esorcismo lusingar la morte,
non ci sarà prima notte né quiete,
ma soltanto un nulla senza coscienza
che subentra alla coscienza del nulla,
svelamento da un velo inesistente
che possano gli occhi avere mai visto
che la mente possa avere compreso
neppure per un attimo soltanto.
(1) Platone, Apologia di Socrate
(2) Catullo, Carme 5 (Vivamus, mea Lesbia, atque amemus…)
(3) "La prima notte di quiete" (film del 1972), regia di Valerio Zurlini (1926-1982), protagonista Alain Delon (1935-2024)
Labbra rosso sangue
Il tuo corpo nudo,li langue.
Orgasmo condiviso
Osservo il tuo viso
I tuoi occhi scuri,motel a ore
Inutili parole vuote
Si,mi svuoti.
Giochi carnali,giochi che fanno male
Perversioni hardcore
Pugnalata al cuore,al pube
Mi lascio andare al trasporto
Il seno asporto
Il sesso e l'omicidio seriale
Stasera viaggiano nello stesso canale
I giornali diranno,ha fatto un altra vittima
Già lo sento il telegiornale
Killer seriale,ha ucciso,dopo rapporto sessuale.
Prima di andare via
Apericena e necrofilia.
ruba al cavallo l'energia,
sprona il tempo di morte
che urla dinanzi e geme.
Diffonde l'inquieto amore
di sangue necrologio oscuro,
brucia nelle orbite di luce
i salmi d'una cattedrale antica.
Cavalier che avanza
disarciona le passioni colorate
che furo baci scarlatti
sulle bocche d'insani amanti
ottennero trofei di sublime addio.
Del suo corpo giacque l'ombra
a raccattar i pezzi d'arme,
protese le mani che uncini
varcarono la soglia del cuore,
disdegnarono la fama di sangue.
Cavalier che avanza
vinse il vento e la paura...
risolse il mistero della vita.
Gessi indelebili
Volti indissolubili
Sulle spalle del cuore
Il vento scorre
Sopra ogni mattone
Sbriciolando l'anima
Della passione
C'è chi ama
Incondizionatamente
Io deludo
Le aspettative della mente
Mentre la morte sussurra
Dolci melodie all'orizzonte.
“è morto”
parola tremante
come la fredda mattina di Gennaio
in cui hai
smesso
d’essere,
come si concepisce
l’assenza
dell’esistenza?
un giorno
forse
ci rivedremo,
senza più
lacrime
imprigionate
nella morsa
degli occhi
senza più
bocca
stretta
in una morsa
figlia del dolore
senza più
il cuore
arido
come
il tuo
vecchio
viso.
Quel fiore rosso
che mi è stato confidente
deponilo al bordo del mio loculo
come ornamentodel pensiero
che mai tu, avevi preso
per vero.
Ricorda la vicenda
che era protesa
nell’espressione del mio dire.
Senza l’ombra della rassegnazione
con la luce della generosità,
la vicinanza delle idee
mi ha da sempre affascinato.
Nient’altro ho lasciato
se non il ricordo del mio scritto
e, del mio parlato.
Quel fiore
che mi è stato confidente
deponilo al bordo del mio loculo
come ornamento del pensiero
che mai tu, avevi preso
per vero.
Ricorda la vicenda
che era protesa
nell’espressione del mio dire.
Senza l’ombra della rassegnazione
con la luce della generosità,
la vicinanza delle idee
mi ha da sempre affascinato.
Nient’altro ho lasciato
se non il ricordo del mio scritto
e, del mio parlato.
Né ho sfiorato
le tue guance
o udito i tuoi respiri.
Alcuni dicono
che mai sei esistito.
E ti dimencai.
Un giorno ti persi
e neanche più so
dove giace il tuo corpo.
Ora ti cerco nel sonno
e sfugge nel mio
il volto tuo.
Hai perso le ali
senza mai volare
respirando
il cielo,
ma io non cesserò
di abbracciare
il vento.