cercala, nelle persone conosciute
che hanno sorriso dei suoi sorrisi
trovando serenità nelle sue parole...
Lo vedono ancora,dietro quella famosa curva
a intrattener di feste gli angeli
perché è ancora lì, tra gli oleandri rosa
lungo le strade assolate del suo (a)mare infinito.
fragile l'incedere tuo
come una rosa i cui indifferenti petali
attendono di essere recisi
in questa stagione gelidi quasi vitrei si frantumano le tue esili ali
un candido foglio si tinge di scarlatto e nero di seppia
morte ed amore
Cosi la vita tua si intesse, o povero, o ingenuo, o poeta
o padre.
Nel gelo di questo inverno stingono e raggrumano,
si sospendono come in una eterna teca
le tinte nella morte tua.
inconsapevoli figli d'un destino crudele. Troppo presto, la morte... l'anima spogliò del suo candore e lesto il dolore assottigliò come puntali di cristallo le lacrime trafiggendone il cuore. Lancinante... "restare", sola a sgranare i sogni racchiusi nei sottili involucri dorati,sentimenti, soffocati dal respiro che ti dava la vita.
in questi giorni che passano
nel chiedermi di quanto amore
mi hai amato e non ho compreso.
Resti un lieve sentire
nelle mie notti insonni,
lì dove l’affanno
rammenda colpe mai raccontate,
lì dove il sonno sfugge al bagliore
d’un lampione che trema
come quelle bandiere poste
sulle aste di lidi vuoti e deserti
che attendono il pullularsi dei corpi
sull’arsa sabbia di Agosto...
Di te, quanto amore ancora resta,
come fiamma d’una candela mai spenta,
in quel chiedermi dove sei, come stai...
Quanto amore resta
in questo strappo inatteso,
che a scatti mi pungola
e mi commuove le parole...
amareggiando un pianto
che non riesco a fermare.
Saprei lasciarti andare
se di questo amore fosse tutto un sogno.
Se di questo avanzare della malinconia
sapessi amarne l’amarezza.
Se dei tuoi vestiti
potessi indossarne e rubarne
il coraggio che portavi avvinghiata all’anima.
Quanto amore ancora resta chiuso
in una valigia rossa mai usata.
Dentro collane mai indossate.
Quanto amore ancora respiro di te...
aprendo la finestra, ed è inverno nel cuore.
Ti Amo!
Fu il tempo a fermarsi davanti al tuo viso
Chissà se pensavi alla tua eterna estate
O se inseguivi i sogni dall'altra parte della strada
Hai lasciato Luglio s metà strada
Ed ora corri la dove l'inverno si dice non c'è
Quanti amici ritrovati
E quanti ne aspetti
I fiori al balcone non li vedrai
Colorati dai giorni di sole
Chissà se c'è inverno la dove sei adesso
O se corri al mare ogni giorno
Chissà come vivi la dove sei adesso
Dove la neve non brucia le viole
Qui tutti si chiedono perché
Se sei un Angelo o rinasci ancora
Chissà se l'autunno arriva da te
Ma forse è eterna l'estate...
Chissà se c'è inverno la dove sei adesso
Luglio ritorna ogni anno
E i fiori colorano casa
Il tuo sorriso che manca al mondo
Ma l'inverno non c'è la dove sei adesso
La mia mano carezzava il vento
Il suo mantello li tra i miei vestiti nuovi
La sua falce appoggiata al muro
Noi abbracciati a far l'amore
Lei così bella come neve al sole
E sorridente il suo sguardo
Mi chiedeva ancora ancora e ancora
Di stringerla a me...
Venne poi la notte sulla città
Lei si vestì in fretta se ne andò
Non l'ho rivista mai
Mai più...
non vedevi il mare,
non le onde, ma gli aquiloni
volare.
Eri lungo il marciapiede, tra le rughe
di una donna sola.
Nella mia lacrima che cola,
ma il cuore non ti sente,
non ti vede.
Eri nelle mani strette
dei due ragazzi volati dal tetto.
Speranza di vivere che
moriva.
Dove sei ora? Un solo pianto non mi desti,
ma il calore della tua vita che svaniva.
Vivi dentro di me.
Sono morta con te.
Doveva passare, almeno un po’.
Ma, lo so, è crudele dirlo,
a vincere è chi sopravvive.
E ora, che non ci sei più,
li guardo tutti e vedo che a respirare sono loro:
non tu.
e il tuo corpo immobile
resta tra i sospiri...
La camicia ti rende nobile.
Pronto a nuova vita,
ci lasci impreparati...
Col rosario tra le dita,
gli occhi son celati...
Tra i fiumi si scopriva,
con la china in mano...
Se poteva ci stupiva,
dipingeva nel grano...
Ora se n'è andato,
per campi più leggeri...
Su una nuvola è balzato,
è caduto nei miei pensieri...
Alla finestra per ritagliarsi una porzione di cielo, appoggiata con la testa china sul petto, ad annusare la brevità del tramonto, a ricacciare il fantasma della notte. Lei non odorava di lavanda, era rimasta sullo scialle che le copriva le spalle, un odore transitorio che non cercava.
Sollevò la testa dai pensieri confusi, dai capelli color grano maturo, dai nastri di seta viola.
Guardò la luna compiacente, un sorriso sempre uguale di ruffiana interessata agli amori sulla terra, dischiuse le labbra e rantolò col bianco degli occhi in accordo col suo desiderio interiore .
La notte la cercava senza fretta, una mano a sorreggerle il mento, mentre avanzava, scavalcava, volava, planava senza il rossore che intimidisce e raggela.
I segni sulla tua pelle,
il sogno che svanisce in un lampo,
e le meteore che colpiscono all'unisono,
il centro stesso della mia consapevolezza;
mentre minute gocce brunastre cercano l'infinito,
e la transazione di vita ricomincia,
muta,
come sorgente che sgorga dalla terra dove nessuno la osserva.
Io leggo le rune sui tuoi polsi di un senso oscuro,
che solo alla lampada della follia potranno essere davvero svelate.
Io sento la Babele degli anni andati e a venire,
che soffia sulle tue ferite ancora aperte.
Io vuoto le mie tasche nelle tue mani eppure restano vuote,
come una diga che argina un mare.
E se mi chiedi cosa vedo io ti dirò solamente ...
vedo una vita che scorre,
che è trascorsa e che ancora domani,
scorrerà !