Gesù la tua saggezza forma un telaio
un telaio grandissimo che non finisce più
un telaio che arriva dove il cielo è più blu
hai una mano piccola che racchiude la dolcezza
e di quel foro che ti ho fatto tu ci dichiari una carezza
e quella corona di spine non basta mai per regnare
e tu con una luce mi dici ''non preoccuparti non mi fanno male''
una lacrima scende giù dal tuo viso
una lacrima che scompare in un sorriso
tu respirando a tratti mi dici'' vattene falla finita''
ti fermi un attimo per riprendere il respiro a fatica
''non piangere per me ma porta l'amore che si è ammalato''
ammalato di guerra,ammalato di odio che ormai si è affermato
scorre sangue su i suoi piedi incrociati
ormai abbandonati
e il sangue rosso e come un tramonto sul mare
e io inginocchiandomi ti dico ''scusami signore''.
Durante il secolo ventesimo ci sono state due grandi guerre ed altre innumerevoli massacri locali, per cui l'afflusso di “materiale”(morti ammazzati) è stato cospicuo e di questo sono particolarmente grata ai grandi dittatori ; Hitler, Stalin, Franco, Mussolini, Mao Tse Tung, Castro, Gheddafi, Ceausescu, Saddam, Pinochet ed altri che ora mi sfuggono, sapete, ho una certa età. Ora li tengo con me e gli ho riservato un trattamento di riguardo.
Mi dicono che anche questo secolo ventunesimo si presenta con buone prospettive, certo non ci possono più essere quelle belle guerre mondiali che mi procuravano grosse s soddisfazioni, ma vedo che, con il terrorismo ed altre piccole guerre locali, l'afflusso è comunque considerevole.
Un ringraziamento particolare ai fabbricanti e mercanti d'armi, con la loro nobile attività incentivano notevolmente la tendenza insita nell'homo sapiens, alla violenza e all'assassinio. Afflusso assicurato per decenni.
Un pensiero alle case farmaceutiche, che con la loro produzione contribuiscono ad alleviare le sofferenze umane; a volte in modo egregio, a volte in modo superficiale, a volte , (ma sono calunnie di male informati) procurando essi stessi la diffusione della malattia per poi fornire il farmaco. Vittime di questo comportamento sono i Paesi sottosviluppati, dove il farmaco salvavita, spesso, non arriva in tempo utile.
Sono la morte delle morti violente e sono destinata a questa triste contabilità, ma, se d'incanto, cessasse la violenza nel mondo, resterei senza lavoro.
i residui di un’esistenza intensa,
colorata, felice.
In uno stato di inferiorità rispetto ai
riflettori a cui ero abituato.
Come un pugile anziano al rientro
che non rinuncia all’attività sportiva che è
la sua vita.
Prende pugni anche da quel ragazzetto
a cui ha insegnato ad indossare i guantoni,
ma è felice lo stesso, perché è vivo.
Benché si senta migliore del suo avversario,
però, deve arrendersi alla legge del tempo
e cedere.
Sarà così per me, rinuncerò ai riflettori ma
riuscirò a lottare sempre ad armi pari
contro chi vorrà far vedere d’essermi migliore,
senza il timore di ricevere l’ultimo pugno,
quello fatale.
E questo perché, non mi sento riservato
alla morte.
Io appartengo alla vita e disdegno la morte.
Ho imparato a lottare e a non essere remissivo.
Quando sarà l’ora, sarò un tenace rivale,
duro da sconfiggere,
mi consegnerò a lei solo nelle peggiori condizioni possibili.

che il tempo è assente,
di sbalzi colorati
composto
il progetto vivo!
Antropici esseri
ti graffiano
per nutrirsi d’amore,
tesoro dell’animo
che ingegni oscuri
bramano,
come zecche morbose
ti saltano in corpo
divenendo giganti,
ladri di forza!
girone
m’accolse
l’estremo Inferno,
varcata la soglia
la morfica follia
s’avvinghia.
Lancinanti messaggeri
abbattono
le mura del dolore
è l’assedio!
Demoni bianchi
ti dicon
che questa è salute
nutrendo in te
infinita solitudine,
carcere antropologico
dei tumori,
frustrati i condannati
già portanti
l’immenso atroce.
Notte e giorno
non han tempo
spazio d’implosione
increduto,
come progetto
vissi
la vita,
carne che carne
nutre!
dissipati in quei pensieri
che precipitano giù come petali
verso il freddo tagliente
che ruba caldo alla pelle
fino a soffocarne ogni dire.
Il fremito delle stelle
prova a destare il mio cuore
ma ogni loro riflesso
si perde negli sbiaditi ricordi
dentro il silenzio della svanita anima
rincorsa dalle foglie d'autunno.
E anche il silenzio piange
liberando infide note
che incrociano mura di lamenti
erette dal vento della notte
mentre stringo forte
il tuo ricordo
e ciò che mi rimane di te
in questo momento.
mentre la vita ti scivola via, sprecata
vorresti esser altrove
giaci avvolto dal monotono chiacchericcio del mondo
nero mantello di mosche sul cadavere di uno stambecco
filamenti di polvere danzano sulle tue pupille
turbine di abacinanti riflessi
immutevole monotonia
scacci a calci la rabbia che ti scuote e soffoca
gialle pagine ammuffite, chiazzate di noia
indolente trascuratezza
voltati di scatto
fallo ora
l'Averla gioca con le sue prede
impalate tra i rovi
Si inaridisce questo silenzio
aggrovigliando i ricordi con l'attimo
mentre si sbriciola l'attesa
come la sabbia castelli al vento
che colpisce gli occhi.
Dolcemente in quel silenzio
il corpo depose le armi
ora misura il tempo con le emozioni
e con tutti quei sorrisi disegnati
che riempiono la mente
in questo vuoto fatto di dolore.
Cosi senza colpo ferire
hai deciso di fare
quattro passi in quel silenzio
lasciando tutti a capo chino
sulla veglia dei tempi
con l'acre odore della tua mancanza
rimasta come ultima carezza.
coi cirri sparsi in quel mercato del sabato,
pensa: È solo un senso fatale.
La lampo prima giù e poi su,
forse stanno tagliando un albero.
E il cane scodinzola:
ultimamente non l'aveva più fatto.
Avrebbe puntato ben altro contro il groppone
o contro il suo amico anni fa.
Il pensiero si sparge come le felci;
cade l'uccello, si mischia al fogliame.
Il tronco marcio, il berretto in mano.
L'aria rantola i peccati sentiti altrove
e per un solo complimento
quei cirri sono arrossiti.
Ho sempre pensato che ci abitasse una famiglia di contadini, guardavo quella casetta e pensavo... faranno il formaggio, la ricotta.
Tante volte ho pensato di andare a chiedere se mi facevano entrare, per assaggiare la ricotta.
Mi riportava indietro nel tempo, a quando la facevo con mia madre.
Non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi.
Un giorno grigio d’inverno, non ho visto il fumo uscire dai comignoli, mi son posta mille domande, mi mancavano le risposte.
Ho atteso fino al pomeriggio inoltrato, nella speranza che quei comignoli ricominciassero a emettere quell’ormai famigliare fumo bianco ma niente...
Decido di andare su in collina a vedere chi abita, a passo sostenuto arrivo su con il fiatone, vedo le luci accese, mi avvicino alla finestra, dentro delle persone con il viso cupo, triste, mi faccio coraggio busso ...
Viene ad aprirmi una ragazza giovane, con gli occhi rossi e gonfi di lacrime, saluto con una filo di voce buona sera...
Gli spiego con poche parole che ero preoccupata, visto che i comignoli non erano attivi, la ragazza inizia a piangere, mi fa segno di entrare, mi fa conoscere la madre e i suoi zii...
Comincia a parlarmi di un vecchietto, molto attaccato alla sua casa, ci aveva abitato per oltre 50 anni.
Aveva cresciuto insieme alla moglie i suoi figli, non voleva sentire parlare di lasciare quella casa in collina, la sua vita era la dentro.
Le lacrime scendono a fiumi, mi guarda e mi dice... era il mio nonnino...adesso sarà con la compagna di tutta la sua vita la nonna ...è mancata esattamente un anno fa lo stesso giorno che è mancato il mio nonnino.
una nuvola nera e arrivata da tutte le parti.
Filtra sotto la porta, dalle finestre, non sa dove ripararsi
il panico l’assale, la paura l’ha fatta entrare in confusione.
Cosi che la casa di un’artista viene invasa da quell’odore acre,
quel nero che incenerisce tutto.
Quadri, statue, vetri, non trova riparo, il respiro piano piano se ne va...
viene a mancare è la fine.
Le voci sempre più lontane ...
le sirene fa appena in tempo a sentirle ...
Ma il nero
si è già impadronito di lei...
Passano i giorni,
ore e perpetui minuti
che restano sospesi
a lambire i ricordi.
La tua assenza
disarma il vuoto lasciato
in questa terra,
facendoti strada
tra deserti,
pianure e sentieri del
tuo nuovo destino.
Lì è tutto perfetto
cordiale e mite.
Ma la tua voce
il tuo sorriso
e i tuoi affidi…
…mancano.
Non sono solo
i rammenti
a colmare il vuoto,
di chi hai voluto
lasciare il segno.
Ci resta il pensiero
che un domani
potremmo rincontrarti
in quel posto gioviale
nel quale Dio
ti ha chiamata.
Ci aspetterai
e veglierai sui
nostri cammini,
e noi riempiremo
il nostro animo
del tuo ricordo.
e moltitudini di fango
io m'abbandono.
In questo letto straniero
dove la morte s'adombra,
tenue.
Come tenera pennellata
d'acquerello celestiale
tra cancrene amputatate e aliti di sangue.
{ occhi chiusi }
Un esercito di sogni nel mio cuscino
prende vita,
e anima la speranza delle mie visioni deliranti:
sogni di un altra vita,
stroncati da una lacrima porpora, brutale.
Macigno che cade assassino.
"Oh mezzaluna d'autunno,
riportami indietro
nei campi sterminati
della mia infanzia radiosa.
Oh mezzaluna d'autunno
proteggimi .."
Imploro gli ultimi respiri, a fatica.
E' finita.