Una sola stella per te
brillava dall'alto.
Il tempo infausto rendeva nervosi, mentre
ossa e mandibole digrignavano se stesse,
cercando di congiungersi con la gaia fanciullezza.
Ore a pensare della vita
ore che non passavano.
E parlavi
parlavi
parlavi al muro scrivendo frasi.
Senza sapere
senza conoscenza
e allora le copiavi nella testa vuota,
per ricordare,
per cercare affetti svaniti in un mare
che non conoscevi.
Folate di falene notturne,
ridevano di te quando ridevi di loro.
E rideva l'acqua per il solletico delle gocce.
Rubavi con lo sguardo quell'accenno di felicità,
quella che non avevi,
quella che ogni giorno usurpavi agli scritti sui muri.
Ti avvicinavi spesso ai tuoi considerati muri
e da loro ti lasciavi rapire.
E le pene della tua ombra vecchia
gocciolavano dai graffiti,
graffiati dalla falce della morte.
1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: Giancarlo Gravili  

Questo autore ha pubblicato 202 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.

Collegati o registrati per lasciare un commento.

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.
Per maggiori informazioni sui cookie e per gestire le preferenze sui cookie (di prima e/o terza parte) si invitano gli utenti a visitare anche la piattaforma www.youronlinechoices.com. Si ricorda però che la disabilitazione dei cookie di navigazione o quelli funzionali può causare il malfunzionamento del Sito e/o limitare il servizio.