Oggi è domenica,

le chiese sono gremite 
di uomini donne e bambini
che pregano in tuo nome
e che si stringono le mani
in segno di pace ed affetto:
"...tanto, poi niente ci rimetto
e tra la gente grande è l'effetto..."

Io, vorrei vedere le chiese gremite
quando si parla di persone avvilite
di uomini che sono senza lavoro
di bambini che non hanno ristoro.
Io, vorrei che da li il prete dicesse
che la nostra chiesa a volte non fa bene.

Non fa bene
quando fa partecipare alle sue messe
chi tratta la vita come poltiglia.

Non fa bene
a benedire il lestofante
e chi va in giro ad ammazzare,
e gli usurai che taglieggian la gente
e chi da politico fa il criminale.

Non fa bene
non permettendo l'ingresso
nella casa del mio Dio e di Cristo
ad un suicida per disperazione
perché..."contro la vita è il gesto"...
o quando Mina ha chiesto per il suo
Piero Welbi una negata messa
che a Pinochet venne concessa.

Non fa bene
non contrastando forte la sua pedofilia,
quella che meno t'aspetti
e che lascia dolore e profonda una scia
 nei preti più retti.

E poi vorrei che avesse sempre il coraggio 
che quella volta ha avuto Peppino
che pur consapevole del suo svantaggio
è andato avanti, affrontando il destino.

E poi vorrei che tutto quell'oro 
che spesso vedo nelle chiese
venisse fuso per dare un futuro
a quelli che hanno le vite sospese.

E ancora, vorrei che andasse quel prete
tra la sua gente a portare il vangelo,
quello di Cristo che toglie la sete,
a chi derelitto già merita il celo.

E poi, 
dagli uomini che vivono male
spesso con uno stipendio da fame,
dai bambini soldati del mondo,
da chi vive nello squallore più profondo,
dai poveri anziani che non hanno 
più un soldo per campare,
dai giovani che ormai sanno
che non c'è futuro da realizzare,
da chi vive dentro un vagone
della mia immensa stazione
la sua vita di barbone,
nella più nera disperazione.

Io potrei continuare l'elenco
ma non credo sia il caso di andare avanti
e poi son certo che a qualcuno lo manco
perché, di poveri Cristi c'è ne son tanti.

Ecco vorrei
che quella chiesa che si da da fare
non fosse solo un flebile segnale,
piuttosto la regola della mia religione 
che del mio Cristo ha visto la Passione.

E vorrei poi, che quando è Pasqua
che significa " passare oltre"
ci fosse davvero nel senso Cristiano,
la volontà di alzare la coltre
che spesso si cala come un sipario,
sulle quelle vite che sono un calvario
e finalmente la Resurrezione,
viva il suo vero significato,
quello che, Gesù con la sua sofferenza
mi ha insegnato:

"la mia, degli ultimi è la chiesa
e che a loro sia sempre la mano tesa".

 
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Profilo Autore: bruno leopardi  

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Commenti  

Debora Casafina
# Debora Casafina 29-04-2012 11:02
Ciao Bruno,innanzitu tto benvenuto in questo spazio di creatività e poesia :-) molto intensa e contestualizzat a in una realtà ricca di contraddizioni da sempre,questa tua riflessione sulla chiesa di oggi e di ieri. Purtroppo i dogmi poco si sposano con le frenetiche trasformazioni della società e spesso la chiesa dimentica di essere fatta uomini e quindi imperfetta nell'esecuzione dei suoi stessi principi, rivoltati ed interpratati da menti e cuori fragili tanto quelli dei suoi fedeli. Per chi crede sa che Dio non è nelle strutture ma nelle coscienze che si aprono come fiori al dono della fede. L'amore senza condizioni come giustamente sottolinei non può essere senza responsabilità e senza evoluzione. Buona domenica e grazie per questo tuo contributo.
Cristina Biga
# Cristina Biga 29-04-2012 20:49
avevo piacere di leggere la tua poesia e darti il benvenuto nel sito, ma purtroppo non mi appare pubblicata mi spiace spero di leggere presto la prossima.... un caro saluto ... :-)
Tiziana Rosella
# Tiziana Rosella 30-04-2012 12:04
è una poesia profonda da leggere attentamente e ci porta a delle riflessioni su quello che è la chiesa, riflessioni attente e che a volte ci lasciano perplessi.

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