Appannate le finestre
nel solstizio d'inverno,
fanno intravedere poco,
quasi nulla.
Giace tra i rami un sole
debole, quasi opalino
che raggela anziché
riscaldare.
Crepe lungo il muro
nascondono i segni del tempo
che lento avanza,
sotto tetti umidi e carichi
di anni.
Sensazione di silenzio,
sta gridando forte
tra le tempie alacri,
e la strada rigida, perlacea
ti fa capire che puoi
anche soccombere
sulla sua traccia.
Nessun battito di cuore
attraversa la mente.
Riflessi di me
dentro teiere di sorgente,
mi fanno bella,
e mi inondano dell'alone
di rugiade mattutine.
Ed e' questa consapevole
bellezza che mi porta
a credere quanto ci sia
ancora stupore.
Quello che ritrovo nelle
piccole cose, un sorso d'azzurro,
un profumo antico,
una curva che fa ombra.
Sono ritagli di tempo
che dentro non svaniscono,
ed indelebili colorano
le ore di una vita,
che sorridendo può sorprendere ancora.
ogni suo singhiozzo
porta devastazione.
Negli occhi la paura,
si stringe il cuore,
un terremoto emozionale
grida, urla e pianto angosciante
tra boati e schianti, il precipitare di sassi.
La tua dimora
diventata la tua tomba,
la morte padrona dell’esistenza
ha seminato lutti e disperazione,
una tragedia d’ indescrivibile grandezza.
Una forza distruttiva,
si spengono le parole
per lasciare spazio
a immagini di paura e distruzione .
La terra spaccata,
le case smembrate,
in mezzo al polverone,
tra le macerie,
ci sono ancora vive tante persone.
La speranza di fare presto,
il miracolo ha tenuto in vita
tanti bambini.
Povera gente hanno bisogno di tutto
siamo vicini, ognuno faccia il suo gesto d’amore.
Tante facce di bronzo
senza vera abbronzatura
caracollanti ciondolano
lucidi come bronzi di Riace.
Bronzini e branzini a gogò
sorridono alla gavetta sul comò.
Accomodati e assaggia
la sbobba non è cosi male,
ci sarà una nuova razione
che di certo farà più male.
Lo spiedino è pronto
potrai gustare lo stuzzichino
potrebbe sostituire un primo
di veri spaghetti al ragù.
Saranno piccoli vermetti
nel forno essiccati e tritati
assieme a grilli silenziati
non potranno più cantare.
Salteranno nella pasta
e tu ora dovresti dire basta
a un sopruso commerciale.
Io di certo non comprerò
un grammo di quella pasta
e la cioccolata la voglio genuina
senza nessuna zampa o velina
di qualche povera farfallina
caduta nella vostra trappola
di rinnovata onerosa ipocrisia.
Digiuno e mi sazio alla vista
dei bronzi lucidi e opachi
con sani muscoli evidenziati.
percorrono i miei passi
nel labirinto
del sottobosco.
Chiuso ogni facile
passaggio,
attraverso ponti
di cartapesta
e foglie secche.
La polvere
sulle mie scarpe
di vernice
si confonde con la nebbia
della sera
di un pallido autunno.
Dovrò spegnere
qualche entusiasmo
e rallentare
fino alla prossima sosta
rigeneratrice.
La vetta?
Beh, non ho fretta!
Sto pagando la vita a rate
e non ho interesse
ad aumentarne gli interessi…
Almeno, da questa panchina
vedo gli alberi
vedo il cielo
vedo le cime imbiancate
e vedo la via del ritorno.
Dammi la mano…
Dentro il cielo
una corona di stelle
si srotola silenziosa .
E’ tempo di comporre un segno
è tempo di dare voce ai pianti
è tempo di pervadere i cuori.
Tutto è perso .
Poi la bellezza avvolge gli occhi
ancora il mare smuove
la terra vibra
le nuvole scrivono
la pioggia lava.
Si limpida il giorno e
una lieve brezza oscilla
alle pareti.
Il canto semplice del cielo
si tiene tra le stelle.
Sono posti generosi
di lacrime e preghiere
desideri appesi come frutti al ramo
implosi
come bolle di sapone .
E poi saranno bagliori lucenti
emotivi e fragili
e poi saremo leggere ombre
che la notte fiorisce.
… e si sta leggeri
come mucche ai pascoli .
Dalle terre desolate dove sorge
Un sole di sciagura, una luna che ha la forma
Della falce della peste
Guarda la terra, guarda! Non c'è niente
Solo scarafaggi ammassati in orge
Anche l'acqua è finita e l'aria è ferma
Il suolo sotto noi fermenta
I vermi marciano cercando i loro pasti
Gravida terra, piena di morti
Il sangue di vergini e di agnelli
Disseta i tuoi fiori, rendendoli magenta
Infetta il raccolto un tempo casto.
Gravida terra, questo è ciò che porti
Senti, sulla riva, gli allarmi
E nei vicoli bui e neri della città
La guerra portò pure i bambini
Sotto le armi
E li marchiò sotto il nome di Allah
Senti, sulla riva gli allarmi
E gli aerei del cielo e i megafoni parlanti
Senti il suono della vita
Allah. Senti
La grande pestilenza
Portò tutte le età sotto i ferri dei chirurghi
In corridoi stretti e scarni
E neri come le loro carni
Infestate dai batteri
E loro ci dissero che già era tardi
I tarli gli avevano già preso il cervello
E per gli altri la lebbra fece il resto
Vedevamo uscire fuori
Come in catene di montaggio
Piccoli corpi di bambini morti
A passeggio con i loro genitori
Mano nella mano
"Un altro, avanti" e fuori, svuotato
Tagliuzzato fino all'osso
Ma senza trovare alcuna speranza
"Un altro, avanti" e fuori, indietro
Come giocattoli rotti
Avanti e indietro, avanti e indietro
Sul vetro crepato della sala
Sangue rappreso
Più sporca di una stalla
Bambini giocavano saltando, ignari
Sopra i corpi dei loro compari
E tiravano le braccia come bambole
E noi, cos'eravamo?
Mai mossi a compassione
Se non per osservare i loro numeri al giornale
Con che ardore vogliamo
Far sentire i nostri passi camminare
Quando c'è chi è senza gambe?
Dimmi, Signore
Agnello che sei sorto tra i macelli
Quale antisettico
Ristorerà le tue ferite
Che si aprono sempre
Quando vedi questo mondo?
Mi sento
come in attesa ,
come una foglia intrappolata sul ramo .
Dicembre è sostanza .
C’è la vastità di sparpagliare la pace nei cuori
sollevare la discordia
poggiare la testa sul cuscino
accogliere il silenzio delle cose
come la quercia laggiù,
lei dice notte , dice giorno, dice alba , dice tramonto
con i suoi rami in un unico danzare .
Io vorrei la stessa identica leggerezza
e poter dire è notte, è giorno,
è l’alba , è tramonto ,
è Natale.
Di questo viaggio
senza battere ciglia
potrei non fare ritorno .
La lentezza sulla stuoia
calza con la lentezza dello sciabordio delle onde
di cento tonalità diverse
ho come la sensazione di perdermi nelle sfumature della risacca
slegandomi da ciò che conosco .
Persa in un cielo azzurro
dentro la stanza
con il chiarore del cielo
il pavimento è liscio , fresco.
Due cuscini
mi sostano dietro la schiena in silenzio .
È il silenzio
che spesso amo cercare
viaggio con la mente per ritrovarlo
ma poi voglio tornare
in un piccolo pugno stringo
sentieri di leggerezza
nei suoi trifogli riposa il giallo del sole e tutto il frastuono del creato
che il cuore pervade ed io grata
voglio ascoltare .
Guarda la luna se sei triste
guarda la luna così lontana, ma vicina nei sogni
guarda la luna oltre le nuvole
oltre il buio
e pensa a un mondo tutto da inventare
a misura d'uomo, a misura dell'umano.
La luna nei sogni è l'arcano che ti
fa volare oltre .
Oltre troverai le parole che vorresti sentirti dire
oltre troverai l'arte del vivere come consolazione.