Giuda impiccato all'albero dei danari.
Giuda di se stesso nel giudizio
morente nel disadorno vestito.
Vestiti con mirra e sangue grondante,
vestiti degli scarti della tua anima.
Sei uomo.
Sei uomo nel granaio.
Sei uomo nel falso saio.
Sei uomo senza esserlo.
Nutro il mio odio nel catino dei dannati.
Ho mille volti nel volto.
Volto il ribrezzo nel tuo cuore,
lo strappo dal petto a morsi
e degusto il suo sapore lordando il corpo
di caldo plasma puro
e sono vivo di te morto.
Lascia che io divori le tue pulsazioni
facendo mia la tua più intima perversione.
Chiamami come vuoi.
Chiamami come non vuoi.
Chiamami se vuoi.
Io sono nel disgiunto universo,
io sono ombra nel giorno perso.
Giuda impiccato
penzoli al tuo cappio
e corvi dilaniano il sapere
senza sapere
senza volere
senza piacere.
Freddo dentro contemplo,
nascondendo fuoco maledetto.
Non fidarti di me
avrò assimilato il tuo misero orgoglio
prima della discesa
e nella contesa
banchetterò con i tuoi occhi;
perché tu non veda
perché tu non sappia.
Sono la cenere del tuo respiro
sono in ogni sospiro
sono refolo nel rigurgito dei mali
sono me stesso nel tuo stomaco malato.
Sputa pure le tue frattaglie
sul tavolo delle ingiustizie
saranno putride nel giorno del pianto
saranno merce preziosa nel trapasso
saranno vomito di vulcano,
fiele da suggere.
Spalma pure le tue impronte
d'esse rimarrà solo anonima traccia.
Traccia le righe e ingurgita i tuoi vermi amati...
Amati e trucidati
nel sesto giorno della creazione.
Giuda del mondo sommerso,
Giuda di te stesso
impiccati ancora una volta
concedendoti un'idiosincrasiatica sopportanza.
Escrementi scivolano dai tigli in fiore,
dalle gocce di rugiada
dal giardino delle orchidee nere,
dagli apogei dell'assurdo
dall'esegesi del nulla
dalla silloge dei peccati
e sono re del mondo che non esiste
e rido non esistendo
e rido dal mio trono d'inferno,
fresco come rosa
mentre lentamente su di te
il mio schifoso sputo si posa.
Giuda di se stesso nel giudizio
morente nel disadorno vestito.
Vestiti con mirra e sangue grondante,
vestiti degli scarti della tua anima.
Sei uomo.
Sei uomo nel granaio.
Sei uomo nel falso saio.
Sei uomo senza esserlo.
Nutro il mio odio nel catino dei dannati.
Ho mille volti nel volto.
Volto il ribrezzo nel tuo cuore,
lo strappo dal petto a morsi
e degusto il suo sapore lordando il corpo
di caldo plasma puro
e sono vivo di te morto.
Lascia che io divori le tue pulsazioni
facendo mia la tua più intima perversione.
Chiamami come vuoi.
Chiamami come non vuoi.
Chiamami se vuoi.
Io sono nel disgiunto universo,
io sono ombra nel giorno perso.
Giuda impiccato
penzoli al tuo cappio
e corvi dilaniano il sapere
senza sapere
senza volere
senza piacere.
Freddo dentro contemplo,
nascondendo fuoco maledetto.
Non fidarti di me
avrò assimilato il tuo misero orgoglio
prima della discesa
e nella contesa
banchetterò con i tuoi occhi;
perché tu non veda
perché tu non sappia.
Sono la cenere del tuo respiro
sono in ogni sospiro
sono refolo nel rigurgito dei mali
sono me stesso nel tuo stomaco malato.
Sputa pure le tue frattaglie
sul tavolo delle ingiustizie
saranno putride nel giorno del pianto
saranno merce preziosa nel trapasso
saranno vomito di vulcano,
fiele da suggere.
Spalma pure le tue impronte
d'esse rimarrà solo anonima traccia.
Traccia le righe e ingurgita i tuoi vermi amati...
Amati e trucidati
nel sesto giorno della creazione.
Giuda del mondo sommerso,
Giuda di te stesso
impiccati ancora una volta
concedendoti un'idiosincrasiatica sopportanza.
Escrementi scivolano dai tigli in fiore,
dalle gocce di rugiada
dal giardino delle orchidee nere,
dagli apogei dell'assurdo
dall'esegesi del nulla
dalla silloge dei peccati
e sono re del mondo che non esiste
e rido non esistendo
e rido dal mio trono d'inferno,
fresco come rosa
mentre lentamente su di te
il mio schifoso sputo si posa.
Commenti
Una delle tue , che mi è piu' piaciuta!
Vorrei tenerla per sempre con me.. posso?
Grazie sempre per la tua enorme gentilezza e grandiosità d'animo, da grande poeta...ciao Hera et stelle*****
e le nefandezze dell'uomo nella società. Ho apprezzato l'incedere scattante dei versi che ne danno
una lettura vivace e ritmata, complimenti Giancarlo. Un caro saluto, Grace