Tragedia a vent'anni

Stanchi e avvizziti

Ciondolanti anime

Della noia che procura

Da passati tormenti

Di un'infanzia bruna

Di uno sgretolato presente

Di intonaco su vecchie mura

E del lume serrato

Dalle calate imposte

Cela la futura luna

Così si canta la tragedia

Del mio tempo, delle 

Infinite parole senza

Accento, di questo e

Del prossimo demagogo,

Del germogliante sconforto

Della radica sinuosa

Del discorrere di nulla,

Dell'assenza d'essere

Isterica e nuda la

Mente brucia e suda

Sotto vesti costose

Gli ultimi di speranza cenci...

...vuoto...

...Della maschera dipinta, 

Ridipinta e dipinta ancora

Nella luce ocra del parcheggio

La pioggia scrosta battendo

I vetri d'auto con gambe 

Aperte e lingua che 

s'addolcisce nella fregna,

Che la mattina attende in casa

Con caffè in tavola pronto

L'idilliaco frivolo bacio, che

Moglie assapora, note 

Amare della notte...

...vuoto...

E i sogni restano sogni.
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Profilo Autore: Ivan Forni  

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Commenti  

rosa dei venti
+1 # rosa dei venti 14-07-2016 19:15
Bellissima!! Complimenti!
Silvana Montarello
# Silvana Montarello 16-07-2016 20:33
Un sogno molto amaro, che dura nel tempo con la stessa tristezza, sei molto profondo, bravissimo, devo leggere e rileggere ogni volta, mi piace troppo come scrivi.

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