Se sono sbocciate le spine nel nostro giardino
al posto delle rose, se ci siamo punti le dita
e graffiate le guance per sentirne il profumo,
pazienza… Meglio che non averlo mai visto fiorito
col sole alto di mezzogiorno e la brezza della primavera
e averci fatto l’amore su ogni zolla di terreno.
Teniamoci il peccato nel cuore, torniamo con la memoria
a quegli istanti, le immagini rallentate di una storia
eterna nello svolgimento. C’è stato il sereno
e il temporale è passato, ora che è arrivata la sera
e che il giardino è incolto, mandami il tuo invito
dimmi cosa è stata quest’appartenenza, un grumo
di passione, un canto libero o solo un’altra vita
sprecata a inseguire farfalle al suono di un violino.
n.b. la foto è di Marinella Brandinali
Commenti
CIAO!
la tua produzione poetica meriterebbe di essere già diffusa nelle varie librerie: oltre alla tua bravura , è la presenza di un
linguaggio avanguardistico , di un eccentrico inusuale, capace di creare le simultaneità dell'anima.
Diceva Picasso: so come inizio un'opera, ma non so come finisce;
comincio in modo , finisco in altro.
Non fosse altro che per l'strema ubbidienza alle dinamiche
delle libere associazioni dell'inconscio. ............... .Complimenti davvero!
Complimenti!... Ciao... ^.^
Una delle tue poesie più belle, quando lasci aperta la porta del cuore e inizi a corollare d'immagini le sensazioni, ciò che ne nasce è solo purezza.
Chapeau!
Perdona i versi,ma non ho resistito.