Mentre attendevi all’ufficio postale
ti è venuto forse da pensare a quelle
volte che sei stata in coda per pagare
le conseguenze del tuo sederti
in disparte sull’argine di un ruscello,
a guardare le vite degli altri passare.
Come i papaveri che crescono
ai bordi dei binari, riempi lo sguardo
di chi nel grande viaggio della vita
ha la fortuna di incontrarti.
Incurante di tutto regali il tuo rosso
al grigio di qualunque matita.
Sei quel fiore ritratto
dalla mano appassionata
di Monet, degno dell’affezione
folle di ogni singola pennellata.
Nell’intensità delle mie emozioni
sei entrata con delicatezza,
da lettrice consapevole
che sarebbero potute diventare le tue.
Ti ho scelta perché ciò che scrivi
mi ha consigliato te, e tra le righe
ho imparato a leggere che per me
ci sei… anche nello spazio di quei
giorni senza scrivere che i nostri
pezzetti di carta letti insieme
riempiranno, come un libro ritrova
la sua sagoma polverosa sulla mensola.
Mi manca il tuo modo farmi sentire un fratello,
quando pure un giorno brutto lo rendevi bello,
mi manca il tuo modo di farmi sentire importante,
quando ti sentivo accanto a me anche se eri distante,
mi manca la tua amicizia che sentivo fortemente addosso,
mi manca il coraggio per riabbracciarti ma ho paura e non posso.
Dietro quel male che mi hai fatto mi nascondo senza odiarti,
ma se solo potessi essere più forte vorrei perdonarti,
mi manchi perchè riuscivi a farmi stare bene,
lo stesso tuo sangue sentivo nelle mie vene,
mi hai regalato momenti di forte calore,
è finito tutto dentro ad un dolore…
ma mi manchi, e vorrei poter almeno dimenticare,
quel vuoto che nessuno è riuscito a colmare.
Se vuoi essere mio amico io ti accetto
ma devi prima amare ogni mio difetto,
amare interamente tutto ciò che sono
prendendoti il brutto e il buono,
insieme per ridere e scherzare
ma anche se piango devi restare,
se sono arrabbiato non pesare ciò che dico
questo è quello che fa un amico,
io ad un amico non lo imbroglio
e non uso forme di orgoglio,
io ci sono col sorriso e col pianto
è questo l’amico che voglio accanto.
Compleanno
Un altro anno è passato,
un anno in più, vissuto,
andato,
in cui ti senti un po’
più
vecchio,
un po’ stagionato,
le primavere passano,
gli anni aumentano,
e sei sempre più vecchio
e più ti allontani dalla gioventù,
finita,
andata,
che vive ormai nei tuoi ricordi,
memorie di compleanni andati,
passati;
com’era diverso da bambino,
da giovane;
non ti importava,
non ci facevi caso,
c’era la vita,
la gioventù,
il vigore,
la forza della tua età
in tasca,
eri in compagnia dei cuginetti;
adesso per fortuna ,
ci sono degli amici veri e pochi,
che si ricordano,
ti fanno un augurio,
un conforto,
una parola,
ti regalano un sorriso,
e ti senti
meno solo,
non dimenticato,
buon compleanno,
sei un vecchietto adesso.
Singhiozzano i semafori.
Si son abbigliate
a mescite o bistrot
quelle che un tempo erano osterie.
Solo l’incudine
nella rotonda resta tale.
Amici d’un tempo,
al tempo delle compagnie
non li riconosco: rincasano donne,
vengono ad aprire bimbi
alle porte che hanno nomi
congiunti sul campanello.
Ma son io che non ho consentito
l’impugnatura ad alcuno tenendo
ben libero l’occhio al centro.
Con tutto il peso del massello.
Grazie a voi,
che mi venite
a recuperare,
grazie a voi,
che mi ricordate,
mi pensate,
mi trovate;
e la solitudine che si fa
sentire,
un po’ se ne va,
quando ci siete,
quando andiamo,
giriamo per ogni dove,
e posso parlare,
posso ridere,
dimenticare,
grazie a voi
che vi ricordate,
e scacciate le nubi
fosche,
dal mio animo.
Clac fa la porta alle spalle
e scende leggera le scale
e su, molleggiata,
fino in fondo al paese
poi i campi
gli olivi d’argento,
i lecci,
i pini a ventaglio sul mare.
Allora si leva le scarpe
con le stringhe le lega
ad un ramo
e cammina sul muschio,
sul tappeto di aghi,
sulla sabbia già calda.
Lontano, come un film
all'indietro, una mano
le sfiora i capelli
- svegliati Paola …
Ma ora lei passeggia nell'acqua
si china
e raccoglie conchiglie.
(a Paola sulla sedia a rotelle da trent'anni dopo un incidente stradale)
dolce sentimento
la cerco spasmodicamente.
Più eterna dell'amore
che eterno non è
Se è vera quella sì.
L'amicizia fra donne
è un fiore raro
va messo al riparo
da intemperie
gelosie e invidie.
Esserci sempre
volersi bene
saper ascoltare
aiutare
donare amore.
E’ tempo di mettere a riposo
l’inchiostro,
e di affrontare
qualche nuovo mostro.
E’ tempo di chiudere
il portatile, e il chiavistello
…di sedersi allo scrittoio
coi piedi sotto lo sgabello.
E’ tempo di tornare in bottega
nell’intimità di brogliaccio e grafite.
Ammesso poi che il Padreterno approvi,
e se lo vorrete, tornerò nelle vostre vite.
Lo sapevo amica mia
che non saremo vissute abbastanza.
Troppe risate
troppi casini
troppa voglia di libertà.
E se eravamo felici era grazie a quei tempi,
ai fiori
al blem blem delle chitarre
e ai nostri capelli sciolti.
“Moriranno giovani” dicevano
e noi guardavamo avanti
con un sorrisetto strano tra le labbra.
Ora poco importa se non siamo più stelle
stringiamo tra le braccia i nostri vent'anni,
perché siamo morte giovani,
come predetto,
ma nonostante gennaio
il cielo è sereno:
è una bella giornata...