Poi un giorno, tutti, ci rendemmo conto che nel giro di 48 ci fu una grande evoluzione per una pandemia inaspettata. Praticamente, il giorno prima svolgevamo le nostre vite facendo di tutto ma... coi cellulari tra le mani, fino a farci incurvare le spalle e perdere tutto quello che ci circondava, fino a diventare superficiali per i social. Si mangiava pane e web. Il giorno dopo, a causa di una quarantena, scoprimmo il valore di un abbraccio, la pesantezza della solitudine, la mancanza di respirare all'aperto, l'emozione di guardare negli occhi e la voglia di vivere e amare ancora.
Il social, durante la quarantena;
*aiutò a far passare il tempo a tanti,
*aiutò a capire cosa stesse succedendo nel mondo,
*aiutò molte persone a capire che quelli che erano dall'altra parte del vetro, nonostante la loro compagnia, non avrebbero mai potuto riempire i vuoti personali.
*aiutò a far passare il tempo a tanti,
*aiutò a capire cosa stesse succedendo nel mondo,
*aiutò molte persone a capire che quelli che erano dall'altra parte del vetro, nonostante la loro compagnia, non avrebbero mai potuto riempire i vuoti personali.
Fu questa clausura ad aprire gli occhi e la mente a molti... a far capire chi e cosa ci mancava realmente. Salvammo l'Italia servendoci proprio del web, lo usammo da tramite per invogliare le persone a non uscire di casa. Ma quando tutto finì, scendemmo per strada, ringraziandoci l'un l'altro, per non aver ucciso nonni e genitori. Festeggiammo con abbracci e sorrisi riscoprendo i valori veri, un mondo ripulito in parte dallo smog che ci aveva accompagnato negli ultimi anni. Posammo la tecnologia ed iniziammo una nuova vita fatta di realtà. Soddisfatti noi, di aver salvato tutto ciò che era salvabile. Fieri noi, del mondo in cui ancor oggi viviamo.
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